Venerdì 29 gennaio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Guido Costa

Costa-thumbnail

Nell’atelier di Nan Goldin

«Mi è difficile parlare del lavoro di Nan Goldin senza parlare innanzitutto di lei; la mancanza di distanza da tutto quanto ho da dire mi impedirebbe di scrivere. E potrei anche sentirmi un po’ ridicolo. La conosco da molti anni e ho lavorato con lei in molte parti del mondo, in Europa e oltre, per incarichi professionali o per puro piacere. Mi ha fotografato più spesso di quanto io ricordi e la sua “famiglia”, composta dai tanti amici sparsi per il mondo, è anche la mia. […]


Goldin è prima di tutto un’artista romantica, anti-ideologica e con la mano leggera, più etica che moralista. Il suo lavoro va oltre le tradizionali convenzioni della fotografia (intesa, cioè, come rappresentazione della realtà) e solleva questioni come il rapporto tra verità e simulazione, storia individuale e collettiva, prosa e poesia. È riuscita a creare narrazioni che intersecano tutta la storia “ufficiale” e i suoi confini categoriali. Perciò, fare domande sul suo lavoro è come entrare in una infinità di specchi».


(Guido Costa, Nan Goldin, New York 2005, p. 1 e p. 2)

Costa-thumbnail
Guido Costa è titolare della Guido Costa Projects, galleria torinese che si occupa prevalentemente di fotografia, video, scultura, performance e installazioni, con particolare attenzione alla creatività degli ultimi trent’anni. Laureato in Estetica, dopo aver insegnato nei Licei e svolto numerose collaborazioni editoriali, entra nel mondo dell’arte dapprima come curatore e quindi come gallerista. Tra gli artisti cui ha legato la sua attività si possono ricordare Peter Friedl, Paul Fryer e Nan Goldin, l’autrice più rappresentativa del portfolio di Costa e che meglio rappresenta la tendenza del suo lavoro galleristico. Ha curato Nan Goldin (Milano 2010).


Nan Goldin (Washington DC,1953) comincia a fotografare adolescente, con scatti intensamente personali, spontanei e trasgressivi dei suoi familiari, amici, amanti. Cresciuta artisticamente nella controcultura newyorkese di fine anni ’70, diviene una vera e propria icona della cultura underground, interprete di un’arte “totale”, intima e impegnata ad un tempo. La consacrazione internazionale avviene a seguito di due grandi retrospettive itineranti che tra il 1996 e il 2004 toccano i maggiori musei internazionali. Presente nelle più significative collezioni pubbliche e private al mondo, è stata insignita del titolo di Commendatore delle Arti e delle Lettere dal Governo francese. Vive e lavora a Parigi. In Italia il suo lavoro è rappresentato da Guido Costa Projects di Torino.

Venerdì 8 gennaio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Il congedo dalle arti belle

Venerdì 15 gennaio 2016, ore 18

Fondazione "Marco Biagi"

Commedia-tragedia tra Beckett e Bacon

Venerdì 22 gennaio 2016, ore 18

Fondazione "Marco Biagi"

Come le cose diventano opere d’arte

Venerdì 29 gennaio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Nan Goldin

Venerdì 5 febbraio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Christian Boltanski

Venerdì 12 febbraio 2016, ore 18

Fondazione “Marco Biagi”

Nell’atelier di Giuseppe Penone